
Mi è capitato più volte di svegliarmi al mattino con l’illusione di aver dormito abbastanza, guardare l’orologio e leggere “8 ore e 12 minuti di sonno”… ma sentirmi comunque uno straccio. All’inizio pensavo fosse solo una mia impressione, poi ho iniziato a cercare risposte più concrete. Ho letto articoli, ascoltato podcast, persino consultato un medico del sonno. E quello che ho scoperto mi ha aperto gli occhi.
La quantità non è qualità
Uno dei primi concetti che ho scoperto è che dormire tanto non significa dormire bene. La Sleep Foundation sottolinea come non basti raggiungere le 7–9 ore consigliate: se il sonno è frammentato, disturbato o poco profondo, ci si può comunque svegliare stanchi (Sleep Foundation).
Un’analisi pubblicata su Nature and Science of Sleep ha dimostrato che la qualità del sonno ha un impatto diretto su concentrazione, umore e performance cognitive (Nature and Science of Sleep, 2019). I partecipanti con sonno interrotto hanno mostrato livelli di stanchezza diurni anche superiori rispetto a chi aveva dormito meno ore ma in modo continuo e profondo.
Uno studio condotto dall’Università di Harvard ha poi evidenziato che l’interruzione del ciclo REM — la fase più rigenerante — compromette funzioni fondamentali come la memoria e la capacità decisionale (Harvard Health Publishing).
Possibili cause della stanchezza al risveglio
Ecco le principali:
- Risvegli notturni inconsapevoli (micro-risvegli legati ad apnee, rumori, variazioni di temperatura o stress).
- Alimentazione pesante prima di dormire, che ostacola la fase REM. Il consumo serale di alcol e zuccheri raffinati può causare alterazioni glicemiche che disturbano il sonno profondo.
- Schermi e luce blu: esporsi allo smartphone prima di dormire può ritardare la produzione di melatonina fino a 90 minuti, come dimostrato da uno studio dell’Harvard Medical School (Harvard Gazette).
- Ansia e pensieri ricorrenti: secondo l’American Psychological Association, la ruminazione mentale notturna è tra le prime cause di sonno non rigenerante, in quanto mantiene il sistema nervoso in uno stato di allerta.
Come ho migliorato il mio risveglio
Dopo aver testato mille soluzioni, ho trovato un piccolo protocollo che ha funzionato davvero:
- Vado a dormire e mi sveglio sempre alla stessa ora, anche nel weekend. Questo ha regolato il mio ritmo circadiano.
- Ho bandito smartphone e TV dall’ora prima di andare a letto. Al loro posto uso una lampada con luce calda, bevo una tisana rilassante e leggo qualche pagina di un libro.
- Ho cambiato materasso e cuscino dopo aver capito che quelli vecchi non sostenevano correttamente la mia colonna vertebrale. Ho anche migliorato la ventilazione e l’oscurità della stanza.
In poche settimane, ho notato un miglioramento netto nella mia energia mattutina. Mi sveglio prima della sveglia, mi sento più lucido e ho anche migliorato la mia digestione.
I numeri parlano chiaro
- 1 adulto su 3 dorme meno del necessario ogni notte (CDC, 2022).
- Il 40% degli italiani si lamenta di risvegli stanchi e affaticati (dati ISTAT, 2023).
- Solo il 10% delle persone fa attenzione all’ambiente e alla postura durante il sonno (Osservatorio Nazionale sul Sonno, 2021).
- Il 62% delle persone che hanno cambiato materasso ha riportato un miglioramento significativo nella qualità del risveglio (studio interno Sleep Foundation, 2020).
La mission di Sleepharma
Il team Sleepharma studia ogni giorno il legame tra postura, qualità del materasso e cicli del sonno. Le loro ricerche si basano su test reali, con soggetti che soffrono di stanchezza cronica e disturbi notturni, utilizzando scale cliniche di valutazione (come la Pittsburgh Sleep Quality Index) e monitoraggi oggettivi (come la polisonnografia).
L’obiettivo è sviluppare soluzioni ortopediche e innovative che aiutino le persone a dormire meglio, svegliarsi riposate e vivere con più energia. Ogni prodotto è pensato per migliorare davvero la qualità del sonno, partendo da dati clinici e bisogni concreti. Sleepharma crede in un approccio integrato: comfort fisico, sostegno posturale e benessere mentale.